La storia germoglia da un sogno. Un sogno complesso, in parte enigmatico ma con emozioni così forti da farmi svegliare a metà notte. È proprio quella notte, di molti anni fa, che prende vita il primo romanzo di una trilogia di fantascienza, di cui nemmeno io conoscevo l’epilogo. Gli eventi cambiano e con essi il ritmo della narrazione, diverso da un racconto al successivo, così come sono diversi i tempi e le emozioni nelle stagioni della vita.
El e Carren, provenienti da vite ed epoche diverse, s’incontrano in un luogo del futuro e si raccontano loro malgrado, scoprendo, poco alla volta, il comune senso del proprio sentire.
Carren, in missione nel tempo, è scelto quale campione di una società contemporanea ancora curiosa e temeraria, per le sue straordinarie competenze tecniche e la sua robusta affidabilità psicologica.
El, figlia anonima di un domani in cui l’arroganza e l’avidità del genere umano stanno soffocando la speranza, può contare solo sulla sua generosa pietas, eredità ancestrale di un mondo dimenticato, in cui dalla vita di ogni uomo dipendeva la vita della comunità.
Il loro incontro diventerà la danza di due anime che condividono il desiderio di conoscere e di conoscersi, mentre l’autore morbidamente alterna il dinamico fondale fantascientifico, ricco di trovate intriganti e divertenti, a uno scenario onirico dove il tempo narrativo rallenta e permette ad ognuno di noi, specchiandosi nelle pagine del libro, di trovare un pezzettino di se stessi e partecipare così, ancora più intensamente, al compiersi della storia.
El e Carren sono le estremità di una freccia che indica la direzione di uno dei nostri possibili futuri, caratterizzato dal paradosso di uno sviluppo tecnologico che rende il tempo umano più breve e forse anche meno degno di essere vissuto. Un futuro nel quale le ambizioni umane, anche le più abiette, non cessano di esistere.
Ma i protagonisti riusciranno, viaggiando dentro sé stessi oltre che nello spaziotempo, a recuperare gli elementi della rivalsa verso la disperazione: l’intensità di quelle emozioni e di quei sentimenti che rappresentano, forse, il vero continuum nel racconto che l’Umanità srotola, giorno dopo giorno, su questa Terra.
Mimmo Faticato
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Al tempo del viaggio di Carren nel futuro 3025, El probabilmente aveva superato i 70 anni ma il fatto che ne dimostrasse meno di venti, in realtà sembrava essere tranquillamente ignorato.
Questi eventi accaddero però, molto prima che lei incontrasse Paul Carren, prima cioè di trasformarsi in quella variabile cruciale …